La Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha scelto la giornata del 18 aprile 2024 per lanciare il suo "Appello" sulla necessità di intervenire con la massima urgenza per prevenire i suicidi in carcere, sia dei ristretti che degli agenti di Polizia penitenziaria. L'appello avviene un mese esatto dopo la dichiarazione del Presidente della Repubblica su questo stesso tema nell'incontro con la Polizia penitenziaria.

I Garanti territoriali sottolineano che per arginare tale fenomeno è necessario riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività trattamentali (culturali, lavorative, sportive e ricreative). Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l'aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate. Inoltre, secondo i Garanti, è necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di sorveglianza. Infatti, in Italia sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione che potrebbero accedere a queste misure.

La Garante valdostana afferma che, rispetto alla drammatica situazione di gran parte degli altri Istituti italiani, la Casa circondariale di Brissogne, grazie all'operato del personale delle Direzioni carceraria e sanitaria e soprattutto degli agenti di Polizia penitenziaria, non ha per il momento registrato casi di suicidio tra gli ospiti. Tuttavia, vi sono stati episodi rilevanti, evidenziati recentemente dalla Polizia penitenziaria: 976 eventi critici (violazioni di norme penali, danneggiamenti di beni dell'Amministrazione, aggressioni ai danni del personale, minacce, provvedimenti disciplinari) e 10 tentativi di suicidi sventati.

Per la Garante, occorre quindi continuare anche a Brissogne, da un lato, a prevenire atti di autolesionismo o ideazioni suicidarie con l'instancabile opera della Direzione carceraria, degli educatori, della Polizia penitenziaria, del personale medico e paramedico, dall'altro, a realizzare attività mirate alla rieducazione, con l'apporto, sempre presente, anche dell'Associazione valdostana volontariato carcerario, degli operatori della Caritas, delle cooperative sociali, del cappellano e degli altri ministri di culto. Per la Garante, l'attenzione deve restare massima, soprattutto nei cosiddetti casi silenti, riguardanti le persone che, all'atto dell'accoglienza, non presentano particolare disagio.

La Garante valdostana ricorda, inoltre, l'importanza di quanto già attivato in Valle d'Aosta dai vari attori istituzionali al fine di proseguire e rafforzare l'impegno comune di presa in carico e reinserimento socio-educativo del detenuto, mediante percorsi formativi e lavorativi interni ed esterni all'Istituto che possano davvero scongiurare e prevenire eventi tragici. Gli atti più significativi adottati e gli interventi realizzati per tali finalità sono: il Protocollo d'intesa tra Ministero della giustizia e Regione autonoma Valle d'Aosta, siglato il 4 maggio 2022; l'Osservatorio regionale, previsto dal Protocollo, per promuovere l'attuazione degli impegni tra le parti, favorendo accordi operativi, nonché il coinvolgimento di tutti i soggetti territoriali; i quattro tavoli tecnici che realizzano i progetti nelle rispettive materie di competenza; il Piano di azione regionale triennale 2024-2026; la Cabina di regia, istituita dalla Giunta regionale il 28 dicembre 2022.

Dalla Direzione carceraria, dall'Ufficio esecuzione penale esterna, dall'Associazione valdostana volontariato carcerario e dai vari soggetti che operano in favore dei ristretti sono emerse più volte la difficoltà, la solitudine e l'abbandono di cui risentono non solo il detenuto, ma anche chi esce dal carcere, spesso senza una famiglia, una casa e un lavoro, possibili cause di recidiva. La Garante rammenta che, in questo momento, l'Amministrazione penitenziaria e l'Istituto di Brissogne risultano carenti di personale, soprattutto nel settore contabile, amministrativo ed educativo.

Per la Garante, non solo il personale dell'Istituto, ma anche tutti coloro che si relazionano con i ristretti (sanitari, docenti, avvocati, volontari, ministri di culto, garanti territoriali…) devono convergere nel rilevare "eventi sentinella" cogliendo per tempo segnali importanti e significativi, evitando così una sconfitta complessiva per la società che si traduce, purtroppo, nella perdita di una vita umana.