El Justicia, satisfecho por la sentencia que da la razón a Aragón y anula la venta a Cataluña de los bienes de Sijena

Date of article: 09/04/2015

Daily News of: 10/04/2015

Country:  Spain - Aragón

Author: Regional Ombudsman of Aragón

Article language: es

Recuerda que desde 1997 la Institución ha defendido el retorno de este patrimonio con similares argumentos a los recogidos en el fallo del Juzgado de Huesca

El Justicia de Aragón, Fernando García Vicente, ha mostrado hoy su satisfacción por la sentencia judicial a favor de Aragón en el conflicto con Cataluña por el patrimonio del Monasterio de Sijena vendido ilegalmente por la Orden Sanjuanista, dueña del cenobio, a la Generalitat de Cataluña y al Museo Nacional de Arte de Cataluña entre los años 1983 y 1994.

García Vicente, recuerda que el Justiciazgo, bajo el mandato de Juan Monserrat, elaboró en 1997 un Informe especial sobre las vías de recuperación del patrimonio cultural aragonés existente en Cataluña, cuyas conclusiones sobre el retorno a la Comunidad de los bienes del Monasterio de Sijena, coinciden con los argumentos de la Sentencia del Juzgado de Primera Instancia Nº1 de Huesca.

Dichos argumentos son, principalmente, la concepción de los bienes enajenados como bien inmueble al estar integrados en el Monasterio y formar un conjunto único y, en consecuencia, la obligación de las partes de notificar las condiciones de la enajenación a la Diputación General de Aragón, competente en la protección del Bien de Interés Cultural, a fin de ejercer el derecho de retracto. El incumplimiento de la norma determinaba la nulidad de la venta, tal y como ha fallado el Juzgado oscense.

El Justicia de Aragón confía ahora en la rápida ejecución de la Sentencia.

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Enquête sur les demandes de séjour pour raisons médicales

Date of article: 09/04/2015

Daily News of: 10/04/2015

Country:  Belgium

Author: Federal Ombudsman of Belgium

Article language: fr

En examinant les plaintes, nous avons constaté depuis quelques années une série de pratiques au sein de l’administration qui réclament une attention particulière.

L’objectif est de vérifier si les mesures et procédures mises en  place par l’administration permettent un traitement correct des dossiers, dans un délai raisonnable.

Cette enquête structurelle se déroule bien entendu en étroite collaboration avec l’Office des étrangers. Elle débouchera sur un rapport final d’ici la  fin de l’année.

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Non paghino i cittadini se gli appaltatori sbagliano

Date of article: 09/04/2015

Daily News of: 09/04/2015

Country:  Italy - Emilia-Romagna

Author: Regional Ombudsman of Emilia-Romagna

Article language: it

A Reggio Emilia una impresa appaltatrice del Comune compie dei lavori in maniera non corretta sul cancello di un privato, ma la stessa amministrazione, dopo il fallimento della azienda, nega al cittadino il rimborso delle spese sostenute per rimediare agli errori perché l’ente non ha alcuna responsabilità sugli accordi dei singoli con gli appaltatori, anche se avvenuti davanti ad un tecnico comunale.
 
Non è della stessa opinione però il Difensore Civico regionale Gianluca Gardini, che ha invitato più volte il Comune a rivedere la propria decisione. Non solo infatti “il pagamento dei lavori all’impresa appaltatrice avrebbe dovuto avvenire dopo la compiuta verifica della correttezza degli stessi”, ma soprattutto perché “il comportamento silente del Comune nella persona del tecnico comunale presente all’incontro ha fondatamente indotto il proprietario del cancello a confidare che la propria proposta sarebbe rientrata comunque all’interno dell’intera procedura avviata dal Comune”. Una vicenda che è arrivata anche sulla televisione nazionale: il Difensore civico è stato infatti ospite questa mattina della trasmissione “Mi manda Rai3” per discutere del caso del cittadino reggiano.
 
Il contenzioso, riferisce l’ufficio del Difensore civico, nasce nel momento in cui, con l’obiettivo di realizzare una pista ciclabile, il Comune di Reggio Emilia ha revocato ai proprietari confinanti le concessioni di uso del sedime di un canale sul quale erano posizionati dei cancelli carrabili, i cui lavori di arretramento sono stati appaltati dall'amministrazione a un’impresa di propria fiducia. Dopo la segnalazione di un proprietario e il conseguente sopralluogo del tecnico comunale con l’impresa esecutrice dei lavori, è stata pacificamente accertata la non corretta esecuzione dei lavori: in quell'occasione il cittadino ha proposto di fare eseguire i lavori ad un'azienda di propria fiducia, richiedendo poi il rimborso delle spese all'impresa a suo tempo incaricata dall'amministrazione. Tuttavia né allora né successivamente il proprietario del cancello è stato informato delle conseguenze che avrebbe avuto una simile scelta o sulle procedure da seguire per tenere informato il Comune. Non avendo ottenuto alcun rimborso dall'impresa appaltatrice, sottoposta nel frattempo a procedure fallimentari, il cittadino si è rivolto al Comune, secondo cui però la decisione di affidare l’eliminazione dei vizi ad un’impresa di fiducia era frutto di semplice accordo tra il cittadino stesso e l’impresa appaltatrice, al quale l'amministrazione comunale non aveva in alcun modo preso parte. In base a questo argomentazione , il Comune ha rigettato qualsiasi responsabilità diretta, evidenziando, tra l’altro, come il cittadino non abbia presentato tempestivamente il preventivo al Comune e abbia eseguito i lavori soltanto alcuni mesi dopo.
 
Questa argomentazione avrebbe potuto condividersi, conclude il Difensore civico, se e solo se il Comune avesse fatto presente al proprietario del cancello che l’esecuzione dei lavori da parte di un’impresa di sua scelta avrebbe esonerato il Comune stesso da responsabilità o se avesse chiarito che la possibilità di essere rimborsati era condizionata alla previa presentazione del preventivo al Comune.

 

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