The international community today, November 20, celebrates the 31st anniversary of the Convention on the Rights of the Child, adopted by the United Nations General Assembly in 1989.

Inspiring a new way of looking at the rights of the child, the Convention has influenced in a decisive way the entire legal, social and technical edifice built in our country since the 1990s. The Convention establishes, for the first time, that children have their own specific rights and, for this reason, the State and the community must ensure that all children, without any kind of discrimination, benefit from measures that promote their healthy and safe development and, at the same time, protect them from risks and dangers that may compromise their physical, psychological and emotional development.

The pandemic that rages around the world has had very serious impacts on the realization of children's rights all over the world. On the one hand, it has accentuated the serious problems of material deprivation that existed before the pandemic crisis and which lead international organizations to estimate that by 2020 alone a further 150 million children in 198 countries will fall into poverty. At the same time, child labor, which has been shrinking worldwide for 20 years, will increase worldwide by the year 2020. On the other hand, the necessary measures of social distancing and confinement have had relevant impacts on the socialization processes and the educational path of children and young people, for whom political agents must be especially attentive in the search for solutions to overcome them.

On this date, it is recalled that the Ombudsman's Office has a telephone line specially dedicated to children. The Children's Line has focused on providing information and referring complainants to the institutions that, in the field, are competent to act, but in some cases there is direct intermediation between complainants and target entities and the monitoring of the actions of these entities, especially the Commissions for the Protection of Children and Young People, the Multidisciplinary Teams to Support the Courts and schools.

El Defensor del Menor de Andalucía, como institución garante de la protección y promoción de los derechos de la infancia y la adolescencia, quiere felicitar hoy a todos los niños, niñas y adolescentes con motivo del Día Universal del Niño, una celebración que nos sirve para dar a conocer los derechos de la infancia y concienciar de la importancia de trabajar día a día por su bienestar y desarrollo.

Considero más necesario que nunca escuchar las demandas y preocupaciones de la infancia y de la adolescencia, y hacerles partícipes de las decisiones. Porque si de algo estoy convencido es de la necesidad de que niños y niñas participen en todos aquellos asuntos que les afectan, ser tratados como ciudadanos de pleno derecho, y no simplemente como sujetos pasivos circunscritos a los objetivos y prioridades del mundo de las personas adultas.

La población infantil y juvenil ha sido uno de los colectivos más afectados e invisibles por la actual crisis sanitaria. El confinamiento, la brecha educativa, los conflictos familiares o la pérdida de trabajo de los miembros de las familias son, entre otros, elementos que están incidiendo de manera singular en miles de niños, especialmente en los más vulnerables. Por desgracia, las consecuencias de la crisis social que ha traído la pandemia han arrojando a la pobreza a muchos niños y niñas e incrementando los niveles de vulnerabilidad a aquellos que ya eran pobres.

La coordinación es todavía una asignatura pendiente de las administraciones públicas. Y se trata de una cuestión clave: la atención a la infancia, especialmente a la que se encuentra en situación de riesgo, exige una coordinación intersectorial. Una coordinación en el sentido más amplio posible: entre las distintas administraciones, entre los departamentos y servicios de cada administración pública; y entre las administraciones y la sociedad civil.

Debemos evitar que se sigan produciendo situaciones incoherentes, antagónicas o duplicadas entre las administraciones. Debemos ser capaces de garantizar la coordinación, cooperaación y colaboración de todos los agentes implicados con un único fin: la mejora de la protección de la infancia y adolescencia.

Una ardua tarea en la que es necesario incorporar la voz de los niños, niñas y adolescentes.

Nobili si sofferma sulla situazione complessiva e su quella regionale anche attraverso la lettura dei dati riportati nell’ultimo Atlante di Save The Children, che verrà presentato il 20 novembre in videoconferenza.
Il lavoro svolto nel corso dei cinque anni del mandato

“In prossimità della conclusione del mio incarico di Garante regionale dei diritti della persona, che mi ha visto impegnato anche sul fronte della tutela dei minorenni, vorrei salutare ricordando l’importanza della ricorrenza del 20 novembre, Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Nonostante i progressi compiuti in oltre 30 anni dall’approvazione della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, i diritti dei bambini continuano ad essere a rischio, condizionati dal contesto sociale in cui vivono. Basti pensare che nel mondo ogni 5 secondi muore un bambino sotto i quindici anni, spesso per cause prevedibili.
Ci sono Paesi in cui la violazione dei diritti fondamentali dei minorenni è particolarmente grave, a causa di guerre, miseria, usanze tribali. Paesi dai quali, alcuni di loro, tentano la fuga, alla ricerca di un futuro migliore, talvolta con le famiglie, altre volte soli. E non sempre riescono a trovare, nei luoghi ove cercano riparo, un’accoglienza espressione di un sentimento di umanità. Un versante, questo, su cui l’Ufficio del Garante ha lavorato molto, negli ultimi anni, valorizzando quella solidarietà dal basso che si è tradotta nella disponibilità di tante persone a impegnarsi come tutori volontari dei ragazzi stranieri soli.
Tuttavia, anche in Italia esistono situazioni che fanno pensare che il nostro Paese non sia a misura di bambino. Perfino nella nostra regione. La lettura dei dati appena pubblicati nell’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children evidenzia una situazione che impone grande attenzione. Nelle Marche già prima dell’emergenza sanitaria il 23,3% dei minori viveva in povertà relativa, asili nido solo per il 18,8% dei bambini, dispersione scolastica all’8,7%. Anche al di fuori della scuola, le opportunità di crescita che possono permettere di sviluppare pienamente la propria personalità sembravano essere molto basse già prima dell’arrivo del virus. Più di 2 minori su 5 tra i 6 e i 17 anni non leggevano neanche un libro extrascolastico all’anno (un dato vicino al 48% della media nazionale), mentre il 19,5% dei bambini o adolescenti tra i 3 e i 17 anni non praticava alcuna attività sportiva.
L’ascensore sociale in Italia è fermo da tempo; si è rotto il meccanismo che permetteva di migliorare la propria condizione, di costruirsi un futuro migliore; ciò in un contesto in cui si registrano tassi di povertà materiale ed educativa tra i più alti d’Europa. E lo tsunami del Covid-19 si è imposto come un micidiale acceleratore di diseguaglianze. I bambini e le bambine che vivono nelle famiglie e nei contesti più fragili sono diventati ancora più poveri e vulnerabili.
Gli effetti della conseguente crisi economica e della limitazione delle opportunità educative, per questo, destano particolare preoccupazione e impongono di mettere i bambini e gli adolescenti al centro delle politiche di rilancio, con piani straordinari per le nostre infrastrutture sociali, a partire dall’istruzione.
L’ufficio del Garante regionale, in questi anni, ha fatto quanto possibile, per contribuire alla protezione di quei bambini meritevoli di maggiore tutela, perché poveri, disabili, fuori famiglia, migranti. E se qualche risultato si è ottenuto è stato nell’ambito di una rete sociale, competente e motivata, presente nel nostro territorio.
Perché c’è una generazione da proteggere, per la quale il futuro si costruisce a partire da oggi, anche nelle Marche. Regione in cui è vivo l’insegnamento di una nostra illustre conterranea, che ha dedicato la sua vita alla tutela dell’infanzia, di cui celebriamo i 150 anni dalla nascita, Maria Montessori: “ se esiste per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”.

INIZIATIVE IN PROGRAMMA PER VENERDI’
In occasione della “Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, che si celebra ogni anno il 20 novembre, il Garante ha previsto in agenda per venerdì due diversi appuntamenti. Alle 9,30 visita virtuale alla Comunità “Il Cedro” di Corinaldo, struttura che fa capo alla Cooperativa “Vivere Verde Onlus” e che accoglie madri in situazioni di particolare difficoltà,con figli fino a 14 anni. Per le 11, sempre in videoconferenza, presentazione ufficiale del nuovo Atlante dell’Infanzia a rischio 2020 “Con gli occhi delle bambine”, a cura di Save The Children, che quest’anno dedica un’ampia panoramica anche alla situazione delle Marche. Al confronto parteciperanno, oltre al Garante Andrea Nobili, il Presidente del Consiglio regionale, Dino Latini; la responsabile politiche infanzia e adolescenza di Save The Children, Antonella Inverno, e la responsabile per le Marche, Anna Rosa Cianci.

A.Is.

À l’occasion de la journée internationale des droits de l’enfant, célébrée chaque 20 novembre, la Défenseure des droits, Claire Hédon et le Défenseur des enfants, son adjoint, Eric Delemar rendent public leur rapport annuel consacré aux droits de l’enfant en France.

Intitulé « Prendre en compte la parole de l’enfant : un droit pour l’enfant, un devoir pour l’adulte », il porte sur le droit consacré à l’article 12 de la Convention internationale des droits de l’enfant (CIDE) : le droit pour tout enfant d’exprimer librement son opinion sur toute question le concernant.

Les enfants consultés par le Défenseur des droits, en 2019 lors de la consultation nationale « J’ai des droits, entends-moi ! » témoignaient, pour la plupart, n’avoir aucune connaissance de leurs droits et n’avoir jamais eu l’occasion d’exprimer leurs opinions sur des questions qui ont pourtant une incidence directe sur leur vie.

Pourtant, ce droit s’applique à tous les enfants dans leurs lieux de vie ou dans les services qui leurs sont proposés et dans toutes les circonstances : dans leur famille, dans le cadre d’une décision de justice, d’un parcours de soins, à l’école ou encore dans la vie de la cité.  La parole de l’enfant doit être prise en compte de manière individuelle afin de recueillir son opinion dans les procédures qui le concernent, mais aussi de manière collective. C’est ainsi que l’enfant ou l’adolescent prendra conscience qu’il est sujet de droits mais également acteur de sa vie, et que la société se doit de respecter et de rendre effectifs ses droits.

L’absence de prise en compte de la parole des enfants, en particulier des plus vulnérables, induit une réponse inadaptée ou tardive, et risque d’accroitre son mal-être et son sentiment de ne pas être écouté, cru ou soutenu.

Au manque d’information et de sensibilisation de la société et des professionnels œuvrant dans le champ de l’enfance et de la jeunesse s’ajoute un manque de considération à l’égard de l’enfant et de ses opinions. L’enfant est souvent vu comme un être vulnérable, un individu en devenir, incapable d’user de sa raison pour se forger ses propres opinions et qui ne dispose pas d’assez de connaissances pour intervenir dans les décisions qui le concernent. Pourtant les neurosciences et les recherches en psychologie ont démontré comment l’enfant peut participer d’une façon efficace et utile, aussi bien pour lui que pour la société.

Le présent rapport, qui vise à examiner les conditions dans lesquelles les enfants sont aujourd’hui en mesure de s’exprimer et d’être entendus individuellement et collectivement, présente 17 recommandations. La Défenseure des droits recommande notamment que :

• les établissements scolaires veillent à ce que, dans tout processus d’orientation scolaire, les enfants soient entendus et pris en considération dans les souhaits qu’ils expriment ;
• soit organisée une consultation des enfants en amont des projets et propositions de loi ayant une incidence directe sur leur vie quotidienne ;
• l’audition de l’enfant, qui demande lui-même à être entendu dans le cadre d’une procédure le concernant directement soit de droit, sans qu’il ne soit plus fait référence à sa capacité de discernement ;
• les structures accueillant ou prenant en charge les enfants se dotent d’outils d’évaluation de leur dispositif de participation des enfants et du recueil de leur parole;
• les professionnels intervenant auprès des enfants bénéficient d’une formation initiale et continue sur les droits de l’enfant en général, sur le droit à la participation en particulier, l’écoute active et les stades de développement de l’enfant.

 Communiqué de presse - rapport annuel enfants 2020