Difesa civica, quarant'anni a servizio di tutti i cittadini

Date of article: 24/10/2022

Daily News of: 27/10/2022

Country:  Italy - Autonomous Province of Trento

Author: Regional Ombudsman of the Autonomous Province of Trento

Article language: it

​​​​​Nel 1982, con la legge provinciale 28, il Trentino si dotava della difesa civica, otto anni dopo la prima esperienza pilota in Italia, quella della Regione Toscana. Il traguardo del 40° è stato celebrato oggi a palazzo Trentini con un intenso convegno, moderato dalla professoressa Anna Simonati e seguito da un parterre particolarmente qualificato e rappresentativo del mondo istituzionale ma anche economico e sociale della nostra provincia.

 

 

Il presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, ha introdotto i lavori e ha voluto ringraziare le sei figure che in questi quattro decenni hanno interpretato il ruolo dell’ombudsman, incardinati presso l’assemblea legislativa ma del tutto autonomi nell’esercizio della propria azione di tutela del cittadino di fronte ai bizantinismi e alle opacità della pubblica amministrazione. Gli enti territoriali trentini si sono via via convenzionati con il Consiglio – ha detto Kaswalder - per estendere ai propri ambiti la difesa civica, ad oggi mancano all'appello 30 Comuni e spero dunque provvedano in tempi brevi, consentendoci così di affermare che tutta la provincia conta su questo essenziale diritto dei suoi cittadini.

 

E’ stata poi la difensora civica in carica, l’avvocata Gianna Morandi, a tracciare un quadro dei poteri e prerogative dell’istituto, non senza un espresso omaggio alla figura del primo difensore provinciale, quell’Enrico Bolognani che nei suoi due mandati – dal 1985 al 1994 – si distinse per l’alta dedizione riservata soprattutto ai più deboli di fronte all’ente pubblico. Morandi ha anche ricordato Raffaello Sampaolesi, altro difensore civico (2009-2014) purtroppo deceduto nel 2020. L’avvocata ha ricordato che oggi tra le Regioni italiane solo la Sicilia non ha istituito il difensore civico, mentre Puglia e Calabria hanno la legge ma non l’hanno mai nominato concretamente. In Trentino invece è ormai realtà consolidata e apprezzata questa figura che garantisce una terzietà attiva tra cittadino e P.a., che lavora in perfetta indipendenza e che svolge la sua advocacy utilizzando sia poteri concreti d’intervento, sia soprattutto una preziosa attività di moral suasion. Morandi ha voluto evidenziare i molti e diversificati ambiti operativi del difensore, il suo impegno nella tutela del diritto di accesso agli atti, il suo campo d’azione anche in ambito sanitario per effetto della legge Gelli-Bianco del 2017.

 

Donata Borgonovo Re, difensora civica dal 2004 al 2009 (ma anche ex consigliera e assessora provinciale), ha passato in rassegna le modifiche normative che con particolare efficacia sono riuscite nei decenni ad adeguare l’impianto della difesa civica alle criticità via via emerse. Si partì in epoca pionieristica – ha spiegato la docente universitaria – quando non esistevano il responsabile del procedimento amministrativo, l’obbligo di motivazione degli atti della P.a., il diritto di accesso agli atti dei cittadini. Anche a valle di queste sacrosante guarentigie, però, è emerso che l’ombudsman di scandinava derivazione rimane un utile Virgilio che guida il cittadino-Dante dentro il potenziale inferno della burocrazia. Non è un caso se anche in Svezia, dove la difesa civica è appunto nata nel lontano 1809, pure la figura esiste e opera tuttora.

Borgonovo Re ha salutato in sala la figlia di Enrico Bolognani ma anche l’ex difensore civico Alberto Olivo (1994-1999). E ha riepilogato alcuni passaggi evolutivi dell’istituzione. Già nel 1984 viene incardinata non più presso la Giunta provinciale, ma ben più opportunamente presso il Consiglio; nel 1988 gli viene riconosciuto un diritto di attivarsi d’ufficio, senza dover attendere l’iniziativa del cittadino; nel 1991 gli viene attribuito anche un potere d’intervento in ambiti di competenza delle amministrazioni periferiche dello Stato.

 

E’ seguita la relazione del presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, che ha tra l’altro ricordato come in Italia – a differenza di quasi tutti i Paesi europei – non si è mai arrivati all’approvazione di una legge istitutiva del difensore civico nazionale. Il magistrato amministrativo ha ragionato poi de iure condendo, ossia sulle possibili e auspicabili innovazioni normative anche a livello di legislazione provinciale.

 

Ultimo intervento quello di Marino Fardelli, difensore civico in Lazio e presidente del Coordinamento nazionale dei difensori civici regionali e provinciali. La sua percezione è che – mentre la difesa civica italiana sta acquistando autorevolezza a livello europeo – ci sia ancora da colmare un gap di riconoscibilità da parte del comune cittadino. Fardelli (vedi allegato) ha anche elencato gli aspetti a suo dire necessari per assicurare il futuro della difesa civica in ambito nazionale.

 

Il convegno si è chiuso dopo una fase di dibattito conclusiva. E’ intervenuta la difensora della provincia di Bolzano Gabriele Morandel, poi Alberto Olivo che ha opinato come l’assenza di veri poteri coercitivi da parte del difensore sia in realtà un di più e non una deminutio di questo garante, ché anzi non sarebbe condivisibile un esercizio da parte sua di poteri ben più adatti all’ambito della magistratura.

 

In sala c’erano l’assessore regionale Lorenzo Ossanna e i consiglieri provinciali Paola DemagriPietro De Godenz e Alex Marini. Quest’ultimo ha preso la parola chiedendosi se la dottoressa Morandi possa anche occuparsi di due temi di dettaglio: la pressione affinché i principi della Commissione di Venezia vengano finalmente pubblicati anche in lingua italiana; la registrazione di un dominio per il lancio di un sito web autonomo del difensore civico provinciale, più facilmente raggiungibile dagli utenti rispetto alla pagina attuale interna al sito del Consiglio provinciale.​

Autore

Luca Zanin

Allegati

L'intervento del vicepresidente della Provincia Tonina

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L'intervento del Coordinatore nazionale Fardelli

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Immagini

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Mangelnde Barrierefreiheit

Date of article: 22/10/2022

Daily News of: 27/10/2022

Country:  Austria

Author: Austrian Ombudsman Board

Article language: de

Frau K. ist 92 Jahre alt und kann das Haus nicht mehr verlassen, weil sie die drei Stockwerke zu ihrer Wohnung nicht mehr bewältigen kann. Es gäbe zwar einen Aufzug in dem großen Gemeindebau im 14. Bezirk in Wien, doch der ist seit zwei Jahren nicht in Betrieb. Frau K. ist nicht die einzige Betroffene: Andere Bewohnerinnen und Bewohner mussten angeblich sogar ins Pflegeheim, weil der Lift nicht funktioniert. Volksanwältin Gaby Schwarz diskutiert dazu im Bürgeranwalt-Studio mit einem Vertreter von „Wiener Wohnen“.

Aufgrund diverser unglücklicher Umstände kam es zu einer Verzögerung der Eröffnung des Liftes, argumentiert der Sprecher von Wiener Wohnen. „Diese Problematik ist nachvollziehbar, aber nachvollziehbar sind auch die Geschichten der Betroffenen, die ohne den Lift in der Wohnung quasi gefangen sind.“ so die Volksanwältin. Schwarz weiter: „Wichtig wäre in so einer Situation eine klare Kommunikation mit den Betroffenen.“

Prinzipiell gilt der Grundsatz, dass Menschen mit Behinderung die gleiche Teilhabe am Leben haben sollen wie Personen ohne Behinderung erklärt die Volksanwältin. Wiener Wohnen habe einen Etappenplan für die Barrierefreiheit ihrer Anlagen, dieser werde Stück für Stück umgesetzt, so der Sprecher. Im Falle von Frau K. hat sich die Problematik bereits gelöst und der Aufzug wurde in Betrieb genommen. „Grundsätzlich freue ich mich sehr für die Bewohnerinnen und Bewohner der Anlage. Man sieht sehr deutlich, dass die Stadt Wien viel unternommen hat, um das Problem zu lösen. Meine Bitte ist trotzdem die anderen Liftanlagen so bald wie möglich ebenfalls in Betrieb zu nehmen.“ so die Volksanwältin abschließend.

 

Endlich barrierefrei

In der Station Maria Enzersdorf der Badner Bahn gab es bis vor Kurzem keinen Personenlift, obwohl dieser seit Jahren von Fahrgästen gefordert und von den Verantwortlichen auch versprochen wurde. Im Oktober 2018 wurde in der Sendung „Bürgeranwalt“ zum ersten Mal darüber diskutiert. Jetzt gibt es ein Ergebnis: Die Station hat einen neuen Lift und ist barrierefrei. „Was lange währt wird endlich gut. Wir freuen uns sehr, dass da endlich was passiert ist und die Station auch für Menschen mit eingeschränkter Mobilität benutzbar ist. Dennoch bleiben wir auch dort dran wo noch Mängel bestehen.“ erklärt die Volksanwältin.

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Rimborsi per i Tutori volontari di minori stranieri non accompagnati

Date of article: 21/10/2022

Daily News of: 27/10/2022

Country:  Italy - Aosta Valley

Author: Regional Ombudsman of Aosta Valley

Article language: it

La Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Adele Squillaci, informa che i rimborsi per i Tutori volontari di minori stranieri non accompagnati (MSNA) sono ormai realtà grazie all'approvazione del decreto n. 8 agosto 2022, assunto di concerto dal Ministero dell’interno con il Ministero dell’economia e delle finanze, grazie anche all'intervento dell'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 219 del 19 settembre 2022).

Tale decreto stabilisce infatti le modalità con le quali le risorse, assegnate al Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, vengono destinate alle finalità, previste dall’art. 1, comma 882, della legge 160/2019, in favore dei Tutori volontari di MSNA.

«I Tutori volontari che hanno già ultimato proficuamente il loro percorso formativo e che sono stati inseriti sugli elenchi istituiti presso ogni tribunale per i minorenni - specifica Adele Squillaci -, potranno accedere al rimborso delle spese di viaggio sostenute per gli adempimenti connessi con l’ufficio della tutela volontaria e, al termine di una tutela particolarmente complessa e onerosa (purché non sia iniziata nei tre mesi antecedenti la maggiore età del minore), potranno vedersi riconoscere - in circostanze straordinarie e su decisione dei tribunali per i minorenni - un’equa indennità fino a 900 euro. Viene altresì regolamentata la concessione dei rimborsi ai datori di lavoro del 50% del costo dei permessi (tetto massimo 60 ore annuali) accordati ai dipendenti del settore privato per lo svolgimento di interventi o prestazioni a favore dei minori previo avvallo del tribunale per i minorenni.»

Per quanto attiene la Regione autonoma Valle d'Aosta, i rimborsi ai Tutori volontari e ai datori di lavoro di questi nonché l’equa indennità saranno erogati, fino alla concorrenza delle risorse annualmente stanziate in apposito capitolo del Bilancio dello Stato dal Ministero dell’interno, dietro richiesta presentata dall’interessato alla struttura Affari di Prefettura della Regione, contattabile al numero 0165-274961 ovvero ammincontabile.utg@regione.vda.it

La Garante dei minori, unitamente all'Assessore regionale alla sanità e politiche sociali e ai referenti dell'area minori dell'Assessorato, si dichiara «soddisfatta dalla nuova disposizione normativa, convinta della necessità di aiutare con tali rimborsi persone che dedicano parte della loro vita a minori provenienti da storie di sofferenza e povertà nonché da scenari di guerra.»

La figura dei Tutori volontari è stata istituita dalla legge 47/2017 su “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”. «I Tutori volontari - ricorda la Garante - sono privati cittadini che decidono di svolgere il compito di rappresentanza legale del minore solo, facendo sì che vengano tutelati e riconosciuti i suoi diritti: vigilano sulle condizioni di accoglienza, promuovono il benessere psico-fisico di ognuno e monitorano i percorsi di educazione e integrazione proposti agli stessi.»

Per la selezione e la formazione degli aspiranti tutori è in vigore una convenzione tra Garanti per l'infanzia e l'adolescenza del Piemonte e della Valle d'Aosta, Consiglio regionale del Piemonte e Regione Piemonte - Assessorato dell'infanzia -, Assessorato della sanità e politiche sociali della Regione autonoma Valle d'Aosta e altri partner istituzionali.

Proprio in questi ultimi mesi, l'Università degli Studi di Torino (Dipartimento di giurisprudenza, Dipartimento di culture, politica e società, Dipartimento di psicologia) e l'Università degli Studi del Piemonte Orientale (Dipartimento di giurisprudenza e scienze politiche, economiche e sociali) sta accompagnando i futuri Tutori in un interessante percorso formativo.

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Ombudsmen from the Visegrad four countries met in Kroměříž to share their experience of helping people fleeing the war in Ukraine

Date of article: 21/10/2022

Daily News of: 27/10/2022

Country:  Poland

Author: Polish Ombudsman

Article language: en

The Ombudsmen of the Visegrad Group countries participating in the conference in Kroměříž issued a joint statement in which they emphasized the importance of cooperation and mutual support of the institutions of the Ombudsmen of the V4 countries, especially in times of global challenges, such as the ongoing armed conflict in Ukraine.

Ombudsmen from Poland, Czech Republic, Slovakia and Hungary noted that Ombudsman institutions have always played an important role in ensuring mutual control and balance in states based on the rule of law and respect for human rights. They build a bridge between the state and society, public authorities and individuals.

Full text of the Joint Statement of Ombudspersons of Visegrád 4 Countries

We, Signatories of this Joint Statement, on occasion of the Conference of Ombudspersons of V4 Countries which took place on 19 – 21 October 2022 in Kroměříž, emphasise the importance of the cooperation and mutual support of Ombudsman Institutions of V4 Countries, especially in times of global challenges such as the ongoing armed conflict in Ukraine.
Ombudsman Institutions have always played an important role in ensuring the checks and balances in states based on rule of law and respect to human rights. They build a bridge between the state and the society, public authorities and individuals. The importance of this mission has always increased with the level of the polarization of the society which demonstrates itself in many ways including growing differences in standard of living, social status or opinions and values.

As a result of the armed conflict in Ukraine almost 7.7 million people have fled Ukraine to Europe since 24 February 2022. Many of those people found refuge in V4 countries and this unprecedented situation brings significant challenges of many kinds on the national level.

We, Ombudspersons of V4 Countries, stress the importance of the principle “leave no one behind” which should lead the decision-making and implementation processes of state authorities in their endeavour to mitigate consequences of the war. Furthermore, we emphasize the vulnerability of certain groups of people such as unaccompanied children, Roma people, single mothers, elderly, or people with disabilities who need special attention and protection.

The war in Ukraine brings many pressing problems, such as the lack of suitable accommodation for people fleeing Ukraine or rising living costs, the risk of labour exploitation, the situation of unaccompanied minors, or the prevention of child trafficking and possible abuse of their vulnerable position. Due to the worsening economic situation in V4 states and globally together with other social problems, the consequences of the war in Ukraine negatively affect also the majority population. Therefore, we urge national authorities to make sure that needs and worries of all groups of people are heard and properly addressed, while by no means compromising our democratic values and respect to human rights.

As bridge builders between the civil society and state authorities, Ombudsman Institutions have a unique position in the society and dispose of important and valuable information from the practice and high professional expertise. We, therefore, appeal on state authorities to build a respectful relationship with Ombudsman Institutions based on a constructive dialogue and sharing of information and experiences which are often crucial to make the outcomes of decision-making processes effective and just.

The Ombudsman Institutions traditionally stand on guard over the fairness of the conduct of state authorities. This role has been in many cases significantly transformed throughout the time due to the gradual expansion of Ombudspersons’ mandate. This evolution is to be considered as a natural outcome of international developments on the field of the human rights protection. We urge national governments and parliaments to make sure that the protection of human rights is by no means limited or compromised on the national level.

This includes, inter alia, ensuring the continuity of the Ombudsman’s Office and the effectiveness of his or her work by providing the institution with adequate funding and staff and providing the sufficiently broad mandate to those Ombudsman Institutions which shall perform the role of the National Human Rights Institution.

Signed in Kroměříž, Czech Republic, on 21 October 2022
 

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Ombudsmen from the Czech Republic, Hungary and Poland call for preserving the continuity of national ombudsman institutions and highlight their indispensable role in democies based on the rule of law

Date of article: 21/10/2022

Daily News of: 27/10/2022

Country:  Czechia

Author: Czech Public Defender of Rights

Article language: en

 

At the end of their meeting in Kroměříž, the three ombudsmen from the Visegrad Four countries stressed the importance of an active relationship between the state and ombudsman institutions. The importance of the ombudsman's mission, according to them, is particularly clear at a time of social change, such as the epidemic of covid and the war in Ukraine.

"We call on national governments and parliaments to ensure that the protection of human rights at the national level is in no way limited or compromised. This includes ensuring the continuity of the Ombudsman's office," the ombudsmen said in their joint statement, referring to the situation in Slovakia, which has been without an ombudsman for many months. The Slovak Office was represented at this year's meeting of the V4 ombudsman institutions by the Director General of the Section for the Protection of Fundamental Rights and Freedoms Tomáš Čitbaj.

"The mandate of the Ombudswoman Mária Patakyová ended shortly after Russia's military invasion to Ukraine and the Parliament has still not elected her successor. This has prevented the institution from functioning for more than six months. In March, Mária Patakyová launched a procedure on her own initiative to review the state's treatment of refugees from Ukraine. Due to the missing ombudsman, the activities of our institution were limited to gathering information and monitoring the situation, without the possibility of proposing measures and issuing recommendations to the relevant authorities," summarised the impact of the long standstill in the Slovak Ombudsman's Office Tomáš Čitbaj.

In the Czech Republic, the continuity of the Ombudsman's office is ensured directly by the Ombudsman Act. Outgoing officials remain in the office after the end of their mandate until their successor arrives. In Slovakia, when an ombudsman leaves, the post remains vacant until a new representative is elected. 

“Ombudsman Institutions have always played an important role in ensuring the checks and balances in states based on rule of law and respect to human rights. They build a bridge between the state and the society, public authorities and individuals. The importance of this mission has always increased with the level of the polarization of the society,” the ombudsmen agreed in their joint statement.

.cz

  • phone: (+420) 542 542 888

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