Conferenza Internazionale degli Ombudsman in svolgimento in Italia a Cassino nei giorni 11-12-13 settembre 2024

Date of article: 08/08/2024

Daily News of: 09/08/2024

Country:  Italy

Author: Italian National Coordination of Regional and Autonomous Provinces Ombudsman Institutions

Article language: it

Tutto pronto per lo svolgimento della II Edizione Italiana della Conferenza Internazionale degli Ombudsman che si terrà a Cassino nei giorni 11-12-13 settembre 2024

In Italia nella città di Cassino si svolgerà la II Edizione Italiana della Conferenza Internazionale degli Ombudsman, un evento di rilevanza mondiale. L’evento ha attirato un’impressionante partecipazione con 268 delegati registrati provenienti da tutto il mondo.

Le delegazioni sono composte da Ombudsman, personale degli uffici degli Ombudsman, esperti di settore, e autorità accademiche e istituzionali, rappresentando Africa, America, Asia, Europa e Oceania. Tra i paesi partecipanti, troviamo le seguenti nazioni con i rispettivi Ombudsman a capo delle delegazioni: Albania, Algeria, Andorra, Angola, Argentina, Australia, Azerbaigian, Bahrein, Benin, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Burundi, Camerun, Cipro, Colombia, Costa d’Avorio, Francia, Gabon, Gambia, Germania, Gibilterra, Grecia, Guatemala, Haiti, Indonesia, Iraq, Israele, Italia, Kirghizistan, Kosovo, Malta, Marocco, Moldova, Mongolia, Montenegro, Nepal, Paesi Bassi, Pakistan, Panama, Perù, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Senegal, Serbia, Sierra Leone, Spagna, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Turchia, Tajikistan, e Ucraina.

Il grande successo organizzativo e l’eccezionale partecipazione dimostrano l’attenzione e il rispetto che la comunità internazionale riserva alla difesa civica italiana. Questo evento rappresenta un’opportunità significativa per elevare la percezione della difesa dei diritti dei cittadini a livello globale e per confrontarsi con le pratiche e le esperienze di altri uffici mondiali.

Una novità di quest’anno è l’inclusione di una giornata dedicata ai giovani studenti universitari. Attualmente, sono 53 i giovani partecipanti provenienti da Uzbekistan, Ucraina, Nepal, Pakistan, Camerun, Malta, Moldova, Stati Uniti, Spagna, Francia, Serbia e Italia. Questa iniziativa offre ai giovani la possibilità di avvicinarsi al mondo della difesa civica e di assumere un ruolo da protagonisti nel dibattito sui diritti dei cittadini.

Siamo entusiasti di accogliere tutti i partecipanti e di contribuire a un evento che promette di essere non solo un’importante occasione di scambio e crescita professionale, ma anche una celebrazione della cooperazione internazionale nella protezione dei diritti dei cittadini.

Per ulteriori informazioni : https://conferenzaombudsman2024.regione.lazio.it/form/#

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AttivitĂ  di formazione per tutori volontari per minori stranieri non accompagnati

Date of article: 05/08/2024

Daily News of: 09/08/2024

Country:  Italy - Aosta Valley

Author: Regional Ombudsman of Aosta Valley

Article language: it

La Difensora civica valdostana Adele Squillaci, nelle sue funzioni di Garante per l'infanzia e l'adolescenza, ha aderito, dal 2022, ad una Convenzione con la Garante regionale piemontese Ylenia Serra, unitamente all'Assessorato delle politiche sociali della Regione autonoma Valle d'Aosta e altri partner istituzionali tra i quali l'Università di Torino, per l'organizzazione della selezione e della formazione di tutori volontari per minori stranieri non accompagnati (Msna).

La legge statale 47/2017 (Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati) prevede, infatti, la possibilità per ogni Tribunale per i minorenni di nominare, in alternativa al tutore istituzionale, tutori volontari che, dopo un'attenta selezione e un'adeguata formazione, assumono la tutela di un minore straniero non accompagnato e sono inseriti in un apposito elenco presso il Tribunale stesso.

L'undicesima edizione del corso di formazione di tutori volontari per Msna si svolgerà, per sei sabati consecutivi, a partire dal 21 settembre 2024, con orario 9-13, presso il Campus universitario "Luigi Einaudi" di Torino (Lungo Dora Siena 100/A, Torino). Sarà possibile, per quanto riguarda i frequentanti, seguire alcuni moduli da remoto, secondo il calendario e le indicazioni indicate sul programma pubblicato anche sul sito istituzionale delle Garanti dei minori del Piemonte e della Valle d'Aosta.

Gli interessati potranno presentare la domanda entro il 16 settembre, compilando il modulo reperibile sul sito del Consiglio regionale del Piemonte, al link: https://www.cr.piemonte.it/dwd/organismi/garante_infanzia_adolescenza/2018/infanzia_modulo_domanda-bando_2-7-18(1).pdf

Il modulo è da restituire all'indirizzo mail garante.infanzia@cr.piemonte.it, compilato, sottoscritto e corredato da una copia di un documento di identità valido.

«Al 30 giugno 2024 - specifica la Garante valdostana, Adele Squillaci -, secondo dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, risultavano 20.206 minori stranieri non accompagnati presenti in Italia. Attualmente, compatibilmente con le possibilità ricettive delle strutture sociosanitarie e del personale a diposizione, i bambini e ragazzi accolti in Valle d'Aosta, a fine giugno, sono 30, un numero in lieve aumento dal 2022 ad oggi.»

Conformemente alla Convenzione sui diritti del fanciullo di New York, alla legge 47/2017 e al Testo unico sull'immigrazione, le Regioni sono tenute ad accogliere minori stranieri non accompagnati. «La tutrice/il tutore - prosegue la Garante - diviene il nuovo punto di riferimento del minore: è la persona che, a titolo gratuito e volontario, non solo voglia e sia in grado di rappresentare giuridicamente un minore straniero non accompagnato, ma sia anche una persona motivata e sensibile, attenta alla relazione con il minore, interprete dei suoi bisogni e dei suoi problemi, vigilando al tempo stesso sulle condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione del minore. In breve, il tutorato volontario non è un affido e non è un'adozione, ma è una guida per aiutare il/la minore a capire il Paese in cui vive.»

Sarà possibile chiedere ulteriori informazioni, contattando l'ufficio del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Piemonte ai seguenti numeri telefonici: 011.5757303/5757069 o tramite mail garante.infanzia@cr.piemonte.it

Per qualsiasi informazione riguardo alle funzioni e ai compiti dei tutori, ci si potrà rivolgere anche all'Assessorato sanità, salute e politiche sociali della Regione autonoma Valle d'Aosta, Servizi alla persona, famiglia e disagio abitativo, tel. 0165.527120 o mail f.furfaro@regione.vda.it.

In allegato il programma del corso.

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Case study: Collective complaint regarding salary

Date of article: 05/08/2024

Daily News of: 09/08/2024

Country:  Malta

Author: National Ombudsman of Malta

Article language: en

The Case

The complaint was lodged by a group of employees from the then Ministry for Education and Employment (MEDE), now the Ministry for Education, Sport, Youth, Research, and Innovation (MEYR). The complainants alleged an injustice concerning their salary, claiming an anomaly existed between their compensation and that of employees in the same position in the Ministry for Digital, Maritime, and Services Economy (MCDMS). They contended that while their salary started from the minimum of Scale 8 and progressed to the maximum, employees in the same position at MCDMS were given the maximum of Scale 8 from the beginning of their employment.

The Investigation

The investigation involved examining the calls for applications issued by both MEDE and MCDMS. The MEDE calls, dated 26th August 2015 and 28th April 2016, specified a salary starting from the minimum of Scale 8 with annual increments. Conversely, the MCDMS call, dated 31st May 2016, stated the salary was pegged to the maximum point of Scale 8 from the start. Despite the complainants’ request for clarification to MEDE and the Grievances Board, they received no satisfactory response. The People & Standards Division (P&SD) justified the salary difference by stating the duties at MCDMS were more onerous than those at MEDE.

Facts and Findings

Call Specifications: MEDE’s calls indicated a starting salary at the minimum of Scale 8, whereas MCDMS’s call offered the maximum salary of Scale 8.

Duties Analysis: P&SD claimed that the duties at MCDMS included additional responsibilities such as advising on improvements and acting as Freedom of Information and Data Protection Officers, which were deemed more onerous than those at MEDE.

Complainants’ Duties: The complainants argued that their duties at MEDE were extensive and included advisory roles and report preparation, which were not listed in the original job call.

Response to Grievances: P&SD’s responses to the complainants lacked detail and clarity, failing to explain why their requests and appeals were not upheld.

Conclusions and Recommendations

The Ombudsman concluded that the P&SD had not acted unfairly in its decision, as the duties at MCDMS were legitimately deemed more onerous. However, the investigation highlighted several administrative shortcomings:

Directive 9 Compliance: The Ministry for Education should ensure that the proper procedures, including the Chairperson’s responsibility for reports, are followed.

Clear Communication: To avoid confusion, P&SD should clearly inform complainants whether the Grievances Board or P&SD will handle their case.

Detailed Explanations: P&SD should provide clear, detailed explanations to complainants about why their requests or appeals were not accepted.

Outcome

The recommendations were accepted and implemented by the P&SD. This included revising their communication procedures to provide more clarity and detail to complainants about the handling and outcomes of their cases.

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Stellungnahme des Berliner Polizeibeauftragten zu dem Artikel "DEIN GUTER RUF" in der Zeitung der Polizeigewerkschaft GdP (Heft 08/2024)

Date of article: 09/08/2024

Daily News of: 12/08/2024

Country:  Germany - Berlin

Author: Ombudsman and Police Commissioner of the State of Berlin

Article language: de

olizeimeldung vom 09.08.2024

 

Ausgangspunkt des Artikels in der Zeitung der Gewerkschaft der Polizei (GdP) ist die Schilderung „beliebig fortzusetzender“ Beispiele, in denen Polizeidienstkräfte Kollegen oder Vorgesetzte wegen strafrechtlicher oder dienstrechtlicher Vergehen beschuldigt hatten. In diesem Zusammenhang werden u.a. kritisiert: Regellose interne Ermittlungen im beruflichen Umfeld der Bezichtigten, Enthebung aus der dienstlichen Funktion, Betretungsverbot für die Dienststelle, Umsetzungen, Durchstechereien an die Presse mit ausgeschmückten, skandalisierenden Behauptungen, Vorverurteilungen mit identifizierender Berichterstattung, Weitergabe der Verdächtigungen an politische Mandatsträger und Verbreitung in der Dienststellenöffentlichkeit sowie fehlende Instrumente der Resozialisierung. Disziplinarverfahren seien nicht unverzüglich eingestellt, sondern ausforschend fortgeführt worden, um vielleicht doch noch etwas zu finden. Am Ende seien zerstörte Berufsbiografien, ein zu Unrecht befleckter Ruf und keine Rückkehr in die alte Funktion übriggeblieben.

Die Thematisierung von Fehlverhalten bei der Aufklärung von Vorwürfen gegen Polizisten ist grundsätzlich zu begrüßen. Die in dem Artikel erwähnten Polizeibeauftragten kennen und beanstanden solche Fälle ebenfalls. Auch nach meinem Verständnis sollte es nicht zu dem ohnehin hohen Berufsrisiko von Polizeidienstkräften gehören, falsche Verdächtigungen und Ehrabschneidungen „klaglos hinzunehmen“.

Allerdings hätte ich erwartet, dass der stellvertretende Bundesvorsitzende der Gewerkschaft der Polizei mit seinen weiteren Ausführungen nicht ein tradiertes Feindbild bedient, wozu die Polizeibeauftragten aus Sicht der Polizeigewerkschaften offenbar noch immer gehören. Statt dessen hätte ich mir die Erwähnung gewünscht, dass die Polizeibeauftragten der Länder und des Bundes auch deshalb implementiert wurden, derart betroffene Polizeidienstkräfte außerhalb des Dienstweges und ohne Angst vor beruflicher Benachteiligung vor den geschilderten Nachteilen zu schützen und ihre Interessen gegenüber der Polizei zu vertreten (vgl. nur § 14 Abs. 2 Bürger- und Polizeibeauftragtengesetz – BeBüPolG Bln).

Die an mich als Polizeibeauftragten in den vergangenen zwei Jahren herangetragenen Eingaben von Polizeidienstkräften betrafen – neben (anderen) Verstößen gegen die beamtenrechtliche Fürsorgepflicht – rechtswidrige Ermittlungen im beruflichen und privaten Umfeld, die Nichtbeachtung von Anhörungsrechten und pflichten sowie Verstöße gegen Datenschutzbestimmungen. Ein „Weitertragen von Verdächtigungen in der Dienststellenöffentlichkeit“ über den „Flurfunk“ sowie fehlende Instrumente der Resozialisierung konnte ich ebenfalls feststellen. Nach Entlastung der Beschuldigten durch den Disziplinarvorgesetzten dauert die Einstellung von Disziplinarverfahren regelmäßig zu lange, zumal selbst Einträge über Disziplinarvorgänge, die nicht zu einer Disziplinarmaßnahme geführt haben, noch mindestens drei Monate in der Personalakte verbleiben (vgl. § 16 Abs. 4 Disziplinargesetz Bln). In einem Fall wurde die Löschung eines solchen Eintrags trotz meiner Beanstandung nicht fristgerecht umgesetzt. Die Rehabilitation von zu Unrecht beschuldigten Polizisten beschränkt sich darauf, dass diese wieder ihren normalen Dienst verrichten dürfen. Ermittlungsverfahren wegen falscher Verdächtigung (§ 164 StGB) gegen die Anzeigenden wurden – wenn überhaupt – erst auf Initiative der betroffenen Polizisten eingeleitet.

Vor diesem Hintergrund überzeugt die pauschale und wohlfeile Kritik an „aus dem Boden geschossenen informellen Nebenstellen, alle dazu aufgerufen, angebliches Fehlverhalten von Polizeibeschäftigten (gern anonym) zu melden und zu untersuchen“, nicht. Die unabhängigen und parlamentarisch gewählten Polizeibeauftragten können mit dem angeblich „unübersichtlich bunten Potpourri“ von „Nebenstellen“ (Vertrauens- und Antidiskriminierungsstellen, interne Ermittlungen und Innenrevision) schon deshalb nicht undifferenziert in einen Topf geworfen werden, weil Stellung, Aufgaben und Befugnisse der Polizeibeauftragten gesetzlich geregelt sind.

In dem erkennbaren Ärger darüber, dass Hinweise auf polizeiliches Fehlverhalten „gern anonym“ gegeben werden, wird verkannt, dass gerade das im Disziplinar- und Strafrecht geltende Legalitätsprinzip die Polizei dazu zwingt, auch erwartbar haltlosen Vorwürfen nachzugehen und entsprechende Verfahren zu eröffnen.

Diesem Prinzip unterliegen die parlamentarisch gewählten Polizeibeauftragten nicht. Ich gebe nur solche Vorwürfe an die Polizei weiter, die sich nach meiner Vorklärung noch als belastbar darstellen. Dies ist nur bei rd. einem Drittel aller Beschwerden und Eingaben der Fall. Auf diese Weise können unberechtigte oder querulatorische Beschuldigungen keine überflüssigen Disziplinar- und Strafverfahren auslösen.

Die undifferenzierte Behauptung, dass die genannten Stellen „Rechte der bezichtigten Betroffenen nur wenig achten, Befragungen jeder Art durchführen (und) gesetzlich nicht vorgesehene Akten mit personenbezogenen Daten anlegen“, trifft auf die Polizeibeauftragten nicht zu. Die parlamentarisch gewählten Polizeibeauftragten arbeiten nach transparenten Regeln und haben auch die Rechte der Polizeidienstkräfte im Blick.

Kontakt

Der Bürger- und Polizeibeauftragte
des Landes Berlin

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(EO) Inquiry ongoing: The European Commission’s practice of inviting only industry representatives to certain workshops on pesticides

Date of article: 08/08/2024

Daily News of: 12/08/2024

Country:  EUROPE

Author: European Ombudsman

Article language: en

The complainant, an environmental non-governmental organisation, raised concerns about a workshop on pesticides, organised by the European Commission. In particular, the complainant was concerned that only representatives of the pesticides industry had been invited to participate.

The Ombudsman opened an inquiry and sought to meet with representatives of the Commission.

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Case 728/2024/VB

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